Con la parola “moussem” (in inglese Mawsim) si indica un festival regionale annuale in cui le celebrazioni religiose (come ad esempio Marabout o Sufi Tariqa) di solito si uniscono ad attività locali, festive e commerciali adorate. Questi sono eventi molto popolari, a cui possono partecipare persone provenienti da luoghi molto lontani.

Cosa sono i “festival” moussem marocchini: un po’ di storia

In Marocco e in molti stati africani, l’Islam si è inserito già da diversi decenni proponendo un proprio modello di vita, non solo religioso ma anche modello di vita quotidiana che mette ordine, che da tranquillità e solidarietà tra i suoi credenti.

Dall’altra parte c’è invece la presenza dei cristiani che hanno, nell’Africa occidentale, delle loro chiese. Si tratta di un Cristianesimo particolare che spesse volte si fonde con le credenze, i riti e i ritmi tipici dell’Africa nera.

Il popolo africano anche quando abbraccia una religione ci tiene a non perdere la propria identità di africano.

Quello degli africani è un fenomeno religioso che raggiunge momenti di alta spiritualità.

Le processioni e le danze che vengono praticate conducono alla fine ad uno stato di trans che vuole costringere la natura alla volontà dell’uomo.

I “festival” moussem marocchini

Il moussem letteralmente significa pellegrinaggio comunitario. A parteciparvi non sono solo i membri delle comunità seguaci del Marabut, ma sono benvenuti tutti.

Moussem non è solo una festa religiosa. È anche un occasione per incontrare amici e parenti. Proprio in questa festa la celebrazione di feste religiose ed eventi mondani si fondono unicamente.

I moussem marocchini sono anche mercati, occasioni per rifornirsi di merci messe in vendita da centinaia di commercianti. Numerosi artigiani girano da un moussem all’altro per offrire i loro servizi o i loro prodotti.

Una esibizione equestre, che prende il nome di “fantasia” conclude il moussem. Allo spettacolo partecipano i migliori cavalieri dei villaggi vicini, su cavalli sontuosamente adornati ed imbracciando antichi fucili.

Dell’equipaggiamento fanno parte anche un pugnale e un corno di polvere da sparo nonché un piccolo recipiente per bere.

I cavalieri si lanciano a ondate successive nello spiazzo aperto tra le tende dei militari e spesso riescono solo con difficoltà a rimanere in sella.

Si celebrano le battaglie combattute tra le diverse tribù: in molti di loro è ancora vivo il ricordo della guerra di resistenza che i marocchini hanno combattuto contro i francesi fino agli anni 30.

Celebrano le loro feste per sé stessi e non per i turisti, questa è indubbiamente la festa più vera.